Il dibattito su uso e abuso di sostanze stupefacenti è uno dei temi più complessi del diritto penale italiano. La legge fa una distinzione cruciale, ma a volte sottile, tra un semplice consumatore e uno spacciatore. Per un avvocato o un giudice, la sfida è proprio questa: capire quando il possesso di droga, che di per sé non è un reato, diventa un’attività illecita punibile con il carcere.
Testo Unico Stupefacenti: La Legge che Fa la Differenza
La normativa di riferimento è il D.P.R. n. 309/1990, conosciuto come Testo Unico degli Stupefacenti. Questo testo stabilisce una chiara demarcazione tra due condotte, che comportano conseguenze legali totalmente diverse:
- Uso personale: Non è un reato penale, ma un illecito amministrativo. Le sanzioni non prevedono il carcere, ma misure come la sospensione della patente, del passaporto o del porto d’armi. L’obiettivo è spingere il consumatore verso programmi di recupero.
- Spaccio: È un reato penale punito con pene severe, che vanno dai 6 ai 20 anni di reclusione e pesanti multe.
Ma come fa la legge a distinguere tra le due? Il punto chiave è stabilire la finalità del possesso: la sostanza era per uso personale o per la vendita a terzi?
Spaccio o Uso Personale? I Criteri che il Giudice Valuta
Spesso si pensa che la differenza stia solo nella quantità di droga posseduta. In realtà, la giurisprudenza ha sviluppato una serie di criteri che, se valutati insieme, forniscono al giudice un quadro più completo. Tra gli indizi più importanti ci sono:
- Quantità della sostanza: Se supera una certa soglia (le “dosi medie giornaliere”), si presume la finalità di spaccio.
- Modalità di confezionamento: Il ritrovamento di dosi già separate e pronte per la vendita, anche se di piccole dimensioni, è un forte indizio.
- Presenza di strumenti: Avere un bilancino di precisione, un coltellino per tagliare la sostanza, o materiale per il confezionamento come cellophane, è un segnale di spaccio.
- Denaro e altri oggetti: Il possesso di banconote di piccolo taglio in quantità sproporzionata o di più telefoni cellulari è considerato compatibile con l’attività di spaccio.
- Contesto del ritrovamento: Essere fermati in un’area nota per lo spaccio o in compagnia di persone conosciute come spacciatori può rafforzare il sospetto.
Un Esempio Pratico: Il Caso che Fa Giurisprudenza
Immagina il caso di un signore, incensurato, fermato in un quartiere noto per lo spaccio. Addosso ha dieci dosi di hashish, confezionate singolarmente, per un peso totale di 20 grammi. Nel portafoglio, 500 euro in banconote di piccolo taglio.
Il signore si dichiara consumatore e afferma che la droga era per uso personale e i soldi frutto di una vincita. A prima vista la quantità è modesta, ma il giudice non si ferma a questo. La decisione di avviare il procedimento per spaccio si basa su diversi indizi convergenti:
- Le dosi singole: Un consumatore, di solito, acquista la sostanza in un blocco unico.
- Il denaro: La quantità e il taglio delle banconote sono compatibili con la vendita al dettaglio di droga, non con una vincita.
- Il luogo: Essere stato trovato in una zona di spaccio non è una coincidenza.
Questo caso dimostra come il criterio quantitativo sia solo un pezzo del puzzle. La valutazione del giudice si basa su una serie di elementi indiziari che, messi insieme, creano un quadro che, pur non essendo una prova diretta, è sufficiente per avviare un processo penale.


